"Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci
ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli"
Martin Luther King

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Il desiderio di trovarsi in poco tempo con qualche chilo in meno è la leva che spinge la maggior parte delle persone ad affidarsi a diete restrittive e spesso la forza di volontà è tale che a costo di digiunare o rovinarsi l’umore alla fine si raggiunge l’obiettivo.
Ma ogni dieta ha una fine e per tutti prima o poi arriva il momento tanto temuto: la fase di mantenimento! Quanto è difficile trovare un nuovo equilibrio senza fare danni….sbaglio?
C’è chi affronta il cibo con paura “potrò mangiarlo?”, chi invece, rincuorato della nuova silhouette inizia a sgarrare sempre di più fino a recuperare il vecchio...e il nuovo!
A parte la superficialità di non considerare il mantenimento come un optional, ci sono anche altre ragioni. Il primo è il “set point”.
E' un meccanismo cerebrale che cerca di stabilizzare il peso che si è mantenuto più a lungo. Per esempio se pesi 100 Kg per tre anni e 70 Kg per dieci giorni, questa parte del cervello tende a riposizionare il peso a 100 Kg; il periodo più lungo. Il secondo e il riconoscimento del nuovo equilibrio fame-sazietà.
Chi è stato a dieta per tanto tempo ha completamente stravolto il normale equilibrio e pensa di avere fame continuamente.

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