Il desiderio di trovarsi in poco tempo con qualche chilo in meno è la leva che spinge la maggior parte delle persone ad affidarsi a diete restrittive e spesso la forza di volontà è tale che a costo di digiunare o rovinarsi l’umore alla fine si raggiunge l’obiettivo. Ma ogni dieta ha una fine e per tutti prima o poi arriva il momento tanto temuto: la fase di mantenimento! Quanto è difficile trovare un nuovo equilibrio senza fare danni….sbaglio? C’è chi affronta il cibo con paura “potrò mangiarlo?”, chi invece, rincuorato della nuova silhouette inizia a sgarrare sempre di più fino a recuperare il vecchio...e il nuovo! A parte la superficialità di non considerare il mantenimento come un optional, ci sono anche altre ragioni. Il primo è il “set point”. E' un meccanismo cerebrale che cerca di stabilizzare il peso che si è mantenuto più a lungo. Per esempio se pesi 100 Kg per tre anni e 70 Kg per dieci giorni, questa parte del cervello tende a riposizionare il peso a 100 Kg; il periodo più lungo. Il secondo e il riconoscimento del nuovo equilibrio fame-sazietà. Chi è stato a dieta per tanto tempo ha completamente stravolto il normale equilibrio e pensa di avere fame continuamente.
Mauro Destino, Luciana Baroni e altri autorevoli colleghi all'Università di Camerino presso la prestigiosa sede di S.Benedetto d.T. Anche per questo...
Gli omega 3 sono grassi “buoni”, anche detti “essenziali” perché il nostro corpo non è in grado di produrli, quindi deve assumerli con il cibo. Sono...
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